venerdì 18 dicembre 2015

Il Creatore di Stelle vuole parlare di libri: "Le lacrime di Ishtar"

Lo so, lo so.
É un blog sui disegni ma oggi, a discapito di ciò, oggi non sono qui per parlare di disegni.
Parliamo di libri.
Sono una lettrice vorace e accanita, non un critico letterario, abbiatelo chiaro fin da subito. Ma nel mio piccolo posso vantare un po' di selettività.

Certo, lo ammetto: il fantasy non è il mio usuale terreno di “caccia”, ma Tolkien mi ha iniziata a uno stile e a un gusto abbastanza unico e posso dire che, almeno, i grandi classici del genere li ho alle spalle.

Parliamo de “Le lacrime di Ishtar”.
Le lacrime di Ishtar”, scritto da Laura Fornasari, è un libro fantasy, con draghi (un classico), maghi (come potevano mancare), umani, elfi, folletti ma anche molte, molte altre cose. E sono queste molte altre cose che danno a questo libro un sapore tutto suo che stuzzica anche i lettori meno avvezzi al genere, come me.
Lo stile non è banale, le descrizioni articolate e talvolta lunghe (forse qui e lì un po' troppo lunghe) rendono il libro intenso e decisamente non per ragazzi.
L'inizio, come ci insegna esser giusto papà Tolkien, mette subito curiosità, si parte e pian piano la trama inizia a dipanarsi, riusciamo ad allontanare l'attenzione dal piccolo villaggio del protagonista, per far spaziare il nostro sguardo su tutto l'intricato mondo che si stende oltre.
Certo, il ritmo narrativo dei primi capitoli, unito alla lunghezza di questi (lunghezza che a volte scoraggia), sembra un po' “strettino” di fronte alla smania di voler saper di più; qui e lì ci si sente molto rallentati. Ma fidatevi, vale la pena di stringere i denti per quelle due o tre pagine che ci sembrano lente, perché presto la storia sboccia, svelando tutti i suoi intricati intrecci e le sue sottili venature.
I personaggi emergono, qualcuno di più e qualcuno di meno, certamente, ma li si può vedere, li si può “sentire”. Li vediamo crescere, viaggiare, sentiamo la curiosità verso i loro segreti e una certa antipatia per la loro ritrosia a svelarli.
La storia, passato lo scoglio della partenza, prende forma con forza e avvince, a un certo punto non ero più capace di staccarmi dal libro!
Enorme nota ad honorem ai draghi, bestie verso cui non ho mai avuto grande simpatia (che volete che vi dica? Sono più il tipo di persona che si invaghisce degli Hobbit e della loro seconda colazione) ma che qui si presentano in una luce nuova. O meglio UNO in particolare vi si presenta e a quell'uno va tutta la mia simpatia perché stranissimamente a fine libro risulta essere il mio personaggio preferito assieme alla giovane e sbarazzina Lirah.
Un libro che merita l'opportunità di essere letto e conosciuto, parte di una trilogia che promette di essere davvero mozzafiato.
Vi linko la pagina dell'autrice→https://www.facebook.com/Laura-Fornasari-Scrittrice-1504558649792601/?pnref=story dove potrete trovare i bellissimi disegni di Rivan145th (→https://www.facebook.com/rivan145thart/), che si dedica all'illustrazione dei personaggi, potrete acquistare il libro e parlare con l'autrice.
Se volete un consiglio spassionato leggetelo, sopratutto vi piace il genere!

sabato 27 giugno 2015

CONGRATULATIONS AMERICA !



CONGRATULATIONS AMERICA!



Love wins!

I'm so happy
because love is always love
even if between two girls or women, even if between two boys or men.
and now homosexuals have the same rights as all other couples
finally they're free to marry and free to love who they want 
Congratulations America ♥


martedì 14 aprile 2015

The star maker says: "Let's talk about Friendship"

A little tribute to the friendship. The drawings style is really simple because my intention was to highlight the content.
A small tribute to friendship and one of its many facets.





Character, "story" and drawing are all mine.

venerdì 6 febbraio 2015

Il Creatore di Stelle vuole parlare di: "Alice nel paese delle meraviglie". [Disegni e curiosità]



Curiosità su “Alice nel paese delle meraviglie”:


→Il 1855 per Carroll è un anno cruciale: infatti ad Oxford arriva il nuovo decano, George Liddell, con moglie e le tre figlie, Lorina Charlotte, Alice Pleasance ed Edith Mary con cui Lewis stringe subito amicizia e di cui diventa il racconta storie. È proprio da una storia raccontata alla bambine, che volevano sentire un racconto ricco di nonsensi, che nasce il libro “Alice nel paese delle meraviglie”, di cui la protagonista è proprio la piccola Alice Liddell.
[Primo piano dello stregatto e le tre fasi di lavorazione
→Lavoro ripassato, lavoro finito, bozza iniziale←]


→A spronare l'autore a mettere per iscritto la favola fu la stessa Alice Liddell
[Bozze dei personaggi]


→Nella storia, originalmente, Lewis aveva pensato Alice mora, esattamente come la bimba che gli aveva ispirato la storia. Fu la persona incaricata di fare le illustrazioni per il libro a rappresentarla bionda secondo proprio gusto personale.
[Alice]


→A Lewis sono sempre state più simpatiche le bimbe ai bambini maschi, per questo il bimbo della Duchessa si trasforma in maialino.
[La Duchessa]


→Tutte le risposte che il brucaliffo e lo stregatto danno ad Alice, nascono dal desiderio di contraddire la piccola, come rappresentazione del divieto dell'età del proibizionismo. In un certo senso i due animali rappresentano le figure genitoriali.
[Stregatto umanizzato e reso femmina]


→La regina di cuori incarna sia il sistema, che spronava i bambini a non ragionare e a ubbidire (non a caso la sua frase dominante è "Tagliategli/le la testa!"), sia la classe politica e la paura che molti avevano che questa impazzisse.
[Regina di Cuori]


→La Lepre Marzolina (chiamata anche Lepre di Marzo o Leprotto Bisestile) deve il suo nome a un detto inglese "To be mad as a March hare" che si traduce "Essere matto come una lepre marzolina/Lepre di Marzo". Questo era un detto molto diffuso ai tempi di Carroll e si basa sul comportamento delle lepri femmine che scalciano in quel periodo i maschi indesiderati. Il nome "Leprotto Bisestile" nell'edizione italiana è dovuto al detto nostrano che "L'anno bisestile è l'anno matto".
[Lepre Marzolina]


→Il Cappellaio Matto è un nome che rimanda a un altro modo di dire comune nella lingua inglese: "To be mad as a hatter" cioè "Essere matto come un cappellaio". La pazzia dei fabbricanti di cappelli esisteva veramente, ed era il risultato di un avvelenamento da mercurio (usato per il trattamento del feltro) e le vittime di questo tipo di avvelenamento finivano per avere allucinazioni.
 [Cappellaio Matto]





[Fonte delle informazioni su Lewis Carol:
→prefazione al libro “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Stefania Baraghetti →ehttp://mstrad.altervista.org/alice_glossario.htm
http://dire-fare-pensare.blogspot.it/2012/01/i-significati-nascosti-in-alice-nel.html
Disegni: Sono tutti miei disegni, fatti alcuni anni fa, colorazione effettuata con i trattopen colorati

AnyaCronos]